Materiali

La scelta dei materiali è motivata da materie prime e finiture tradizionali toscane. Sono tipici della zona di Pisa le pelli, di Pistoia le essenze dei legni e dell’Elba la provenienza dei metalli. Mentre Prato, città della stoffa portava storicamente forti legami con la Cina, la madreperla per mobili con intarsi e il bamboo per mobili esterni sono materiali importati da secoli. Alla vicina cittadina Lastra a Signa era stata portata la maestranza della lavorazione in paglia, con cui si realizzavano borse, cappelli e abiti interi. Da non dimenticare Carrara con le cave di marmo bianco con venature grigie e con i più prestigiosi calacatta rosato e breccia. Ma lungo tutta la costa italiana troviamo anche bellissime pietre come l’ardesia, i travertini romani e le onici di origine vulcanica. La grande varietà, la fantasia e l’ingegnosità toscane, che si ritrovano anche nella cucina di questa terra, portano a creazioni sempre nuove e abbinamenti originali delle materie prime. In questa tradizione anche noi siamo sempre alla ricerca di nuovi “antichi” materiali.

Pergamena

La pergamena è una membrana ricavata dalla pelle di capra. Fu utilizzata come supporto scrittorio fino al XIV secolo, quando venne gradualmente soppiantata dalla carta di canapa o di altre fibre tessili. Oggi è ancora utilizzata come materiale di rivestimento per mobili. Nell’arredo fu utilizzata nel periodo dall’Art Deco francese e in particolare nelle opere di J.M. Frank, Osvaldo Borsani, oppure nei pezzi unici decorati di Alessandro Mendini.

Pergamena

Acero

Di provenienza delle foreste appenniniche, è un legno pregiato, caratterizzato da una venatura evidente con fibre compatte di colore chiaro, che spaziano dal quasi bianco al giallo rosato, colore che riesce a conservare nel tempo. Impiegato nella falegnameria fine e nell’ebanisteria, oggi è molto ricercato per arredi moderni per il suo colore chiaro che dona luminosità e freschezza.

Acero

Pioppo Bianco

Detto anche gattice o semplicemente albera dai falegnami toscani, è una specie centro europea meridionale. Un legno leggero che viene impiegato nella produzione di cellulosa, compensati e mobili di poco pregio. Grazie alla sua porosità è particolarmente adatto a prendere bene qualsiasi colorazione e per questo veniva usato in Italia per fingere legni pregiati come il noce, ad esempio all’interno di mobili. Noi lo proponiamo nella sua semplicità in versione opaca.

Pioppo bianco

Cipresso

Così durevole, così incorruttibile, così affidabile che il Signore stesso ordinò a Noè nel Libro della Genesi: “Fatti un’arca di legno di cipresso”. All’olivo spettò l’onore di annunciare il ritiro delle acque ed il ritorno della vita sulla terra, ma il compito di salvare quella vita fu affidato soltanto al cipresso. Nessuno fra gli altri legni fu considerato all’altezza di superare una prova così ardua. “Invece di spine cresceranno cipressi” annunciavano i profeti.
Indicato per infissi esterni, per costruzioni navali, per lavori di artigianato, e per mobili destinati a conservare per lunghi periodi abiti e tessuti da corredo per la capacità di allontanare insetti e parassiti.

Cipresso

Olivo

Sia i popoli orientali sia quelli europei hanno sempre considerato questa pianta un simbolo della pace. Nell’antica Grecia l’olivo era considerato un albero sacro. Per i Romani era simbolo insigne per uomini illustri. Secondo la tradizione i gemelli divini Romolo e Remo nacquero sotto un olivo. Per i Giudei l’olivo era simbolo della giustizia e della sapienza. Nel Primo Libro dei Re, Salomone, durante la costruzione del primo Tempio di Gerusalemme, “fece due cherubini di legno d’olivo, alti dieci cubiti… fece costruire la porta della cella con battenti di legno d’olivo… lo stesso procedimento adottò per la porta della navata, che aveva stipiti di legno d’olivo” (cfr 1Re 6, 31-33). Nella religione cristiana la pianta d’olivo ha varie simbologie. Nella Bibbia si racconta che, calmatosi il Diluvio universale, una colomba portò a Noè un ramoscello d’olivo per annunciargli che la terra ed il cielo si erano riconciliati. Da quel momento l’olivo assunse un duplice significato: diventò il simbolo della rinascita, perché, dopo la distruzione operata dal Diluvio, la terra tornava a fiorire; diventò anche simbolo di pace perché attestava la fine del castigo e la riconciliazione di Dio con gli uomini.

Olivo

Pero

Oltre a essere uno degli alberi da frutto più diffusi al mondo, per la fornitura di legno viene privilegiato il pero selvatico, i cui frutti generalmente non sono commestibili.
Conosciuta sin dall’Età del Bronzo, questa pianta originaria del Bacino del Mediterraneo ha avuto un largo impiego fino a gli anni ’50 e ’60 nella costruzione di mobili. Caratterizzante è la pressoché totale assenza di irregolarità e la trascurabile concentrazione di nodi e il colore del durame tra il bruno e il rossastro.
Il pero selvatico contende all’acero la leadership come legno preferito dai liutai per la costruzione di flauti dolci.

Pero

Noce nazionale biondo

Ha venature bellissime che comprendono tutte le sfumature del marrone e diventano ancora più belle con l’invecchiamento. Per queste caratteristiche il noce nazionale è molto utilizzato per mobili di pregio e in ebanisteria. Per avere un’idea di quanto sia costoso il legno di noce nazionale, basta considerare che il prezzo è circa doppio rispetto al ciliegio, castagno e pero, triplo rispetto all’acero, quadruplo rispetto alla betulla.

Noce nazionale biondo

Noce nazionale scuro

Proponiamo anche il noce nazionale scuro semilucido effetto gommalacca con le stesse caratteristiche del noce nazionale biondo. La gommalacca è una resina naturale prodotta dalla femmina di un insetto, la Kerria lacca, presente nelle foreste di Assam e Tailandia. È dal 700 che viene utilizzata la gommalacca per la lucidatura dei mobili. La vernice di gommalacca non viene applicata a pennello ma con un tampone rivestito di cotone contente lana al suo interno. Oggi si lavora con vernici di alta qualità, che riescono in tempi più rapidi a ottenere lo stesso effetto della gommalacca, mantenendo il legno molto materico, proteggendolo e lasciando visibili le differenze cromatiche delle venature che rendono unico ogni legno.

Noce nazionale scuro

Piuma di noce

La piuma indica una porzione di legno massello molto pregiata, caratterizzata da un elegante disegno naturale a macchie simili a piume; è la parte più pregiata dell’albero, si ottiene tagliando il tronco in senso longitudinale nel punto in cui si biforca in due rami.

Piuma di noce

Radica di noce nazionale

La radica di noce è un legno pregiato, tratto dalla radice del noce, di cui serba il caratteristico nodo circolare.

Radica di noce nazionale

Radica di mirto

Il mirto cresce in tutto il Mediterraneo fino al Medio Oriente. Perlopiù è coltivato in parchi e giardini. L’albero è di modeste dimensioni, spesso rimane allo stato cespuglioso nella macchia mediterranea.

Radica di mirto

Radica di betulla

La Betulla è diffusa dai Balcani all’arco alpino e in tutta l’Europa e l’Asia. In Italia è presente particolarmente in Piemonte e in Lombardia; si ritrova nell’Appennino settentrionale, in alcune stazioni isolate in Abruzzo, nell’Appennino campano e sull’Etna. La pianta viene particolarmente utilizzata come ornamento grazie all’eleganza del fogliame ed in erboristeria per le sue importanti proprietà fitoterapiche. Lo spartano e severo stile Biedermeier fu soggiogato dalla radica di betulla; l’Art Déco ne fece ingrediente di oggetti- scultura e gli anni Cinquanta un elemento frivolo per braccioli di poltrone di design razionale.

Radica di betulla

Radica di pioppo

Ha un aspetto molto decorativo. È stato molto apprezzato negli anni trenta e utilizzato per i mobili “moderni”. Si ricava dal basamento ma anche da tutto il tronco mediante sfogliatura. È oggetto di particolare coltura intensiva in pianura Padana. La caratteristica della radica è data dal colore bianco del legno che contrasta con il colore giallo-bruno delle parti maggiormente radicate.

Radica di pioppo

Ciliegio europeo

Ha una finitura brillante se trattato con cera d’api o con gommalacca. Di solito viene verniciato al naturale per esaltarne le venature molto belle. I suoi colori variano dal bruno dorato al rosso.

Ciliegio europeo

Ebano

con questo termine venivano indicate già in epoche remote legni di grande pregio, di colore molto scuro o nero, provenienti da zone geografiche molto diverse, dall’Africa, dall’Asia e dall’America. Si tratta dunque di un legno d’importazione molto raro e costoso. È divenuto di gran moda in Europa nel periodo Barocco ed in particolar modo alla corte di Luigi XIV. Dal suo nome nasce il termine ebanista: l’artigiano che realizza mobili ed oggetti con questo legno pregiato. Il gusto per il colore nero dei mobili viene poi ripreso nella seconda metà dell’800 in pieno Eclettismo. Pochissimi mobili realizzati in questa epoca sono però costruiti in ebano. Si preferisce usare essenze nazionali tinte con il colore nero cioè ebanizzato.

Ebano

Ottone invecchiato

Satinato e brunito manualmente, ad acidi convertitori e rifinitura per fissaggio e lucidatura a cera con panno.

Ottone invecchiato

Bambù finitura miele

Nell’arredo moderno il bambù fu sopratutto usato dalla celebre designer Gabriella Crespi negli anni ’70. Molto simile alla canna comune (Arundo donax), che si estende dal bacino del Mediterraneo al Medio Oriente fino all’India, la canna di bambù è di origine asiatica e americana. Per la sua durezza quest’ultima si presta meglio per l’uso in falegnameria.

Bamboo finitura miele

Bambù finitura chiara

Diverse culture asiatiche, inclusa quella delle Isole Andamane, credono che l’umanità discenda da uno stelo di bambù. Nel mito della creazione filippino, la leggenda narra che il primo uomo e la prima donna vennero liberati per l’apertura di un germoglio di bambù che emerse su un’isola creata dopo la battaglia tra le forze elementari (Cielo e Oceano). Nelle leggende della Malaysia una storia simile include un uomo che sogna una bellissima donna mentre dorme sotto una pianta di bambù; si sveglia e ne rompe uno stelo, trovando all’interno la donna. In Giappone, molto spesso una piccola foresta di bambù circonda un monastero scintoista come parte della barriera sacra contro il male.

Bamboo finitura chiara

Bambù finitura nero a bolo

Come fondo viene usato il bolo armeno. Il bolo è una argilla rossa che serve da base alla foglia d’oro. Nella finitura nera come nella tradizionale finitura a foglia oro il bolo si intravede, creando un aspetto rossiccio a seconda l’intensità di luce.

Bambù finitura nero a bolo

Rattan

In botanica, il nome rattan include varie specie di palme rampicanti. Con il loro legno si fabbricano divani, mobili, bastoni da passeggio, canne da pesca, ombrelli, e si eseguono lavori di intreccio.

Rattan

Giunco

Un antico mestiere italiano era quello della cesteria, nata da necessità quotidiane: con il giunco si creavano cesti usati per contenere i raccolti delle olive, oppure i formaggi, o si realizzavano le nasse per la pesca. Si tratta di una pianta cespugliosa acquatica e perenne, diffusa particolarmente nelle zone marittime di tutti i continenti.

Giunco

Paglia di cocco chiara

La palma da cocco è una vera e propria risorsa per molti paesi tropicali, è infatti utilizzata per la produzione di noci di cocco, che vengono consumate fresche o trasformate e da cui si ricava una fibra detta coir utilizzata per lavori di intreccio, tappeti, cordami; il legno della palma da cocco viene inoltre utilizzato come materiale da costruzione, le fronde come fibre per intrecciare cappelli, stuoie e tetti per le capanne.

Paglia di cocco chiara

Paglia di cocco scura

Proponiamo la paglia di cocco anche detta Paglia di Vienna chiusa in finitura macchiata a nero. Le fibre dette coir si trovano tra la buccia e il guscio esterno della noce del cocco. Le singole cellule delle fibre sono strette e vuote, con pareti cellulari sottili costituite da cellulosa. Il coir è abbastanza resistente all’acqua ed è una delle poche fibre naturali resistente ai danni causati dall’acqua salata.
Come fondo viene usato il bolo armeno. Il bolo è una argilla rossa che serve da base alla foglia d’oro. Nella finitura nera come nella tradizionale finitura a foglia oro il bolo si intravede, creando un aspetto rossiccio a seconda l’intensità di luce.

Paglia di cocco scura

Rovere

Il legno di rovere (Quercus petraea) è piuttosto pregiato e viene utilizzato, oltre che nella fabbricazione di mobili, nell’edilizia, per travature, parquet, nei cantieri navali, nella costruzione di doghe per botti per l’invecchiamento dei vini e altre bevande alcoliche.

Rovere

Rovere in finitura barricata

Consigliato per arredi di case in campagna, specialmente per uso cantina.

Rovere finitura barricata

Rovere decapé

Nel design il decapé è una tecnica di finitura che mira a ottenere un effetto invecchiamento che lasci intravedere le venature del legno o il colore della vernice sottostante. Il decapé è una pratica decorativa antica, risalente addirittura alla Francia della prima metà del Settecento. Alcune scuole di pensiero asseriscono che non nasca come vero e proprio artigianato figurativo. Secondo queste correnti deriverebbe da un trattamento preservante mal riuscito. In pratica: un effetto collaterale dell’antitarlo.

Rovere decapé

Rovere decapé rossiccio

La finitura decapé è stata usata in molte nuance da interior designer famosi, come Alberto Pinto, ad esempio per raffinate boiserie e rivestimenti del muro a panelli di legno.

Rovere decapé rossiccio

Rovere decapé scuro

Rovere ebanizzato e decapato con pasta colore avorio.

Rovere decapé scuro

Foglia d’oro

Dorare una superficie ricoprendola con l’oro è una tecnica antichissima ed è anche una sorta di magia… la doratura nasce e si sviluppa dall’idea che rivestire un oggetto di un metallo inalterabile come l’oro significasse preservarlo e renderlo eterno. La doratura a foglia d’oro può essere eseguita a missione oppure a guazzo. Queste tecniche antiche sono rimaste per secoli un segreto esclusivo dei maestri doratori e delle loro botteghe. Come fondo viene usato il bolo armeno. Il bolo è una argilla rossa che serve da base alla foglia d’oro.

Foglia d’oro

Madreperla oro

La madreperla è un materiale di pregio, ricavato dallo strato interno della conchiglia, di colore iridescente bianco perlaceo. In arte veniva e viene ancora usata per la realizzazione di disegni ad intarsio, nelle decorazioni di mobili, soprattutto in epoca rinascimentale.

Madreperla oro

Madreperla bianca

La madreperla è conosciuta in campo internazionale sotto il nome di “Nacre”, termine che deriva dalla parola araba “naqqarah”, che significa conchiglia o guscio. Fu la regina Elisabetta I a dare nel XVI secolo il nome “Mother of Pearl” a questo lucente materiale, già conosciuto nel 3.000 a. C. per abbellire gioielli e oggetti. Il nome allude anche al fatto che le conchiglie sono, per modo di dire, le “madri” delle perle.

Madreperla bianca

Sgorbiato

Tecnica artistica mediante la quale vengono realizzati ornamenti in incavo o in rilievo su superfici di legno. La superficie di legno viene solitamente intagliata con l’ausilio di vari tipi di scalpelli e trapani; la fase della rifinitura prevede poi l’utilizzo di raspe, lime e carta vetrata. La sgorbia è un particolare tipo di scalpello che presenta la lama, o ferro, non piana ma sagomata in varie fogge.

Sgorbiato

Pelle di Pècari

Il pecari è un piccolo mammifero simile al cinghiale, lungo al massimo 1 m, che vive in gruppi talvolta molto numerosi, diffusi nelle foreste tropicali dell’America centro-meridionale. La loro pelle, robusta, è adoperata per lavori di pelletteria.

Pelle di Pècari

Cuoio scuro

La Toscana luogo in cui la concia più evoluta è stata inventata dagli etruschi nell’800 a.C., è una regione particolarmente sviluppata a livello di industria conciaria, sia per quella al vegetale che per quella al cromo. In particolare, un’area di questa Regione, vicino a Pisa, è chiamata Zona del Cuoio proprio per la concentrazione di aziende conciarie che la caratterizzano, ed è il punto di riferimento mondiale per i pellami conciati di qualità, con tecnologie all’avanguardia e impatto ambientale ridotto.

Cuoio scuro

Cuoio chiaro

Nell’epoca rinascimentale la passione per la pelle, si estese in tutta Italia, dove si realizzavano sia decorazioni per le classi più abbienti, come bulinati, stampigliati, decorazioni per pareti (vedi il Palazzo Ducale di Urbino), sia manufatti per la popolazione meno ricca come calzature e tappezzerie varie.

Cuoio chiaro

Pelle di vacchetta

La pelle di vacchetta è un cuoio ottenuto grazie alla tecnica della “concia al vegetale”. Questo tipo di concia è una lavorazione antica, caratterizzata dall’utilizzo dei tannini, agenti concianti che si ricavano in natura principalmente dalle cortecce degli alberi (quercia, castagno, mimosa etc), a seconda del tipo di albero utilizzato la pelle assumeva diversi colori e sfumature, dal marrone chiaro a marroni più scuri. I principi su cui si basava questa concia sono quelli utilizzati anche oggi, sebbene siano stati introdotti macchinari che hanno reso il procedimento molto più evoluto. La pelle conciata al vegetale alla quale è stato applicato l’ingrasso animale, se realizzata al sego, è la pelle più tradizionale, che identifica la classica vacchetta toscana.

Pelle di vacchetta

Ferro battuto finitura antracite

Il periodo in cui il ferro battuto assunse un ruolo fondamentale per una lavorazione più sofisticata e ricca di decorazioni fu il XVI sec. La domanda per la materia prima in ferro battuto raggiunse tuttavia il culmine nel 1860, quando il ferro battuto divenne ancora più comune ed ampiamente utilizzato per utensili da cucina, stufe, griglie, serrature e mobili come letti a baldacchino.

Ferro battuto finitura antracite

Ferro battuto finitura foglia oro.

Esistono diversi metodi di doratura: la doratura a guazzo è il metodo usato fin dai tempi più antichi, ma necessaria molta esperienza. Noi facciamo intravedere il Bolo Armeno, un’argilla rossa particolare che serve da base all’oro. Come nelle vecchie dorature, dove si nota nei punti in cui l’oro si è consumato.

Ferro battuto finitura foglia oro

Marmo cipollino

Il marmo cipollino è una varietà di marmo utilizzata dai Romani. Veniva estratto in numerose cave situate in Grecia, tra le attuali città di Styra e Karystos. Fu impiegato soprattutto per fusti di colonne, anche di grandi dimensioni e prevalentemente lisce (un esempio sono le colonne del pronao del tempio di Antonino e Faustina nel Foro Romano a Roma). Si conoscono anche sculture, come la figura del coccodrillo, che decorava lo specchio d’acqua del “Canopo” di Villa Adriana a Tivoli. Cave di varietà di marmi di apparenza simile esistono anche nella penisola iberica, sulle Alpi Apuane, nella Grecia nord-orientale e in Serbia.

Marmo cipollino

Giallo Siena

L’attività estrattiva del Giallo Siena viene sviluppata sul versante sud occidentale della Montagnola Senese. L’estrazione del Giallo Siena avveniva già in età romana imperiale, anche se è durante il Medioevo che viene estratto non più e non solo con la finalità di un utilizzo locale, ma esplicitamente per la sua conclamata bellezza, e con finalità mirate all’uso in edifici religiosi. Tracce del suo utilizzo sono presenti nei mosaici pavimentali del duomo di Siena, nelle Logge del Papa, nelle Logge della Mercanzia, sempre a Siena. Ma anche a Firenze (Santa Maria del Fiore) e Orvieto (Duomo di Orvieto).

Giallo Siena

Marmo rosso di Verona

Il marmo rosso di Verona è estratto dai Monti Lessini nel Veronese. Tra i vari edifici costruiti con questo marmo si ricordano anche il Battistero di Parma, le colonnine del chiostro della Basilica di San Zeno a Verona e i leoni stilofori della Porta dei Leoni rossi della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo.

Marmo rosso di Verona

Breccia Medicea

La Breccia Medicea è un marmo utilizzato fin dal tempo dall’epoca romana. Questo marmo fu scelto per rivestimenti e decorazioni in Toscana, nel XVI secolo dalla famiglia dei Medici, da cui prende il nome. Viene detta “medicea” sia perché ebbe il suo massimo uso sotto Cosimo I de’ Medici, sia perché il granduca aveva il monopolio delle cave di Seravezza e pertanto fece di questo marmo variegato uno dei simboli del suo potere, facendolo utilizzare nel coro del Duomo di Firenze, in Palazzo Pitti e nelle Cappelle medicee.

Breccia Medicea

Bardiglio

Il bardiglio, nelle sue varietà di colore, appartiene alla famiglia dei marmi di cui fanno anche parte i marmi bianchi, i cipollini, le brecce ed altri ancora. Sono materiali di media durezza e facile lavorabilità. Molto spesso, sono impiegati in rivestimenti murari, pavimenti, davanzali. Il bardiglio comune, abbondante presso Seravezza e Stazzema, nelle Alpi Apuane, vicino a Carrara.

Bardiglio

Marmo bianco statuario

Il Marmo Bianco Statuario è lo storico materiale usato sin dall’antichità per realizzare sculture ed opere di pregio. Il materiale viene estratto dalle cave sulle Alpi Apuane ed a seconda della cava di provenienza assume caratteristiche uniche. Il pregiatissimo marmo si presenta con un fondo avorio e cristallino e delle venature grigie dalle dimensioni molto varie. Le caratteristiche fisiche dello statuario lo rendono particolarmente adatto anche alla lavorazione con scalpello e quindi alla scultura in genere. A differenza del marmo bianco di Carrara, questo materiale è presente sul mercato in quantità molto limitate e per questo il prezzo dello statuario è molto elevato.

Marmo bianco statuario

Marmo Calacatta Oro

Il marmo Calacatta Oro è un marmo di Carrara la cui struttura è composta da calcare bianco cristallino e da venature di colore giallo-oro che rendono il marmo Calacatta Oro un materiale di primissimo livello internazionale.

Marmo Calacatta Oro

Ardesia

L’ardesia (detta anche pietra di lavagna) tende a schiarirsi dal momento dell’estrazione fino ad assumere una pigmentazione grigio chiara, la tonalità scura essendo dovuta a residui carboniosi che si ossidano una volta a contatto con ossigeno, umidità e radiazioni ultraviolette. In virtù della propria scistosità (ovvero la capacità di dividersi in lastre secondo i piani di clivaggio dovuti alla sua foliazione) e proprietà, può essere impiegata in vari segmenti artigianali e industriali. Il suo impiego come materiale di copertura di tetti risale a tempi antichissimi ed ha avuto il suo apogeo nell’epoca medioevale e poi in quella del Rinascimento. Oggi viene estratta prevalentemente da cave situate in Val Fontanabuona, in Liguria.

Ardesia

Onice Calcareo

L’onice calcareo è il marmor alabastrum dei Latini ove alabastrum deriva, come dice Plinio, da una fortezza detta “Alabastra”, costruita a Tebe in Egitto e dove vi erano numerosissime cave usate per l’edificazione dei templi. Ma prima di chiamarsi alabastro, la pietra era detta onice, da cui il nome marmo-onice, come documentato anche nella Genesi in cui si parla di pietra onichina. Per la presenza di concrezioni di frammenti di roccia, assume un aspetto particolare. Ha la caratteristica di essere traslucido e con zonature variegate, da millimetriche a centimetriche, più sovente nella tonalità del marrone che donano a questo marmo un aspetto variopinto e diafano. Di questa ormai rarissima pietra troviamo, in Italia, cave nel Lazio e in Campania.

Onice calcareo

Travertino romano

Travertino romano: in Italia, i travertini migliori provengono dalla pianura sotto Tivoli. I latini lo chiamarono lapis tiburtinus, e ne fecero una delle principali risorse edilizie della città, quando cominciarono ad arricchirla di pietre diverse dai tufi locali. Così tipico ne fu l’uso, che in italiano fu poi denominato «travertino romano», e largamente usato (o riusato, cavandolo dai monumenti antichi) dalla fine del medioevo in poi.

Travertino romano

Perlato

Fra le pietre e i calcari impropriamente chiamati “marmi” cavati in Sicilia in età contemporanea, un posto di rilievo spetta al cosiddetto perlato. A partire dal secondo Novecento, il perlato è stato infatti costantemente utilizzato per pavimentare androni, scale, davanzali e soglie di edifici pubblici e privati.

Perlato

Pietra serena

La pietra serena è una pietra arenaria di colore grigio particolarmente utilizzata nell’architettura e in parte anche nella scultura. È tipica dell’architettura storica toscana, ed in particolare di Firenze, dove non viene solitamente usata per il taglio dei blocchi da muratura, ma per elementi isolati o decorativi come colonne, cornici e costoloni.

Pietra serena