Nella mitologia greca Thea era una delle Titanidi, dea della luce, associata allo splendore dei metalli e dei gioielli. La nostra collezione THEA propone mobili e accessori artigianali, ispirati dalla medesima ricerca di perfezione che ha attirato gli artisti rinascimentali davanti alle sculture greche. THEA si ispira all’eredità dell’artigianato locale, e predilige materiali regionali di alta qualità che riflettono il senso italiano di bellezza. Ricercando in musei, biblioteche e archivi di artigiani abbiamo recuperato forme della tradizione toscana che vogliamo riproporre, insieme ai design originali dell’Arch. Lotte Breithaupt e Katharina Majer, fondatrici del marchio Thea.
MOBILI
I nostri mobili sono realizzati con materiali di alta qualità, legati alla tradizione toscana, e uniscono la manifattura tramandata da secoli di falegnameria con forme di design contemporanei, di linguaggio italiano.
ACCESSORI ARREDO
Accessori arredo nasce dalla attenzione al dettaglio. La passione per i materiali e la nostra continua ricerca per l’artigianato, ci regala la gioia di creare oggetti di forte personalità adatti all’uso quotidiano.
“Gli oggetti devono fare compagnia.”
Achille Castiglioni
ACCESSORI MODA
Non si può amare l’artigianato italiano senza la passione per la moda. Ogni accessorio è fatto a mano dai nostri artigiani toscani e può variare nella lavorazione come nel suo materiale naturale.
“La moda non si fa con la matita ma con il lavoro e con l’artigianato, con il taglio e il cucito”.
– Micol Fontana –
CHI SIAMO
La produzione di oggetti creati da Thea si avvale della collaborazione di una grande rete di botteghe artigianali toscane, ognuna con maestri esperti in specifiche lavorazioni. La varietà della produzione artigianale sul territorio e la qualità tramandata da secoli nelle botteghe sono per noi fonti di ispirazione e ci permettono di offrire un ampio servizio. Il nostro obiettivo è quello di migliorarci con ogni oggetto che realizziamo. Crediamo in un futuro in cui la qualità abbia un valore tangibile e significativo anche per i clienti che, investendo sulla manodopera locale nel rispetto della storia e della produzione, contribuiranno a custodire saperi e valori.
“La lavorazione in fonderia oggi è uguale a 1000 anni fa. L’unico cambiamento avvenuto nei ultimi anni è che, per rispetto del ambiente, la lega della materia prima di ottone che usiamo viene resa nickelfree grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate, e questo rende la lega leggermente meno fluida e più difficile da lavorare.”
– Pasquale –
“Nel mio lavoro ho sempre cercato di seguire e evolvere requisiti estetici e funzionali del progetto, seguendo il suo carattere stilistico, per dare una coerenza architettonica nel dettaglio, trovando soluzioni tecnicamente giuste e nuove creando un oggetto tecnico – culturale sia armonioso che risolutivo. “
– Stefano –
“La finitura dei metalli varia dalla bronzatura, al verde pompeano, al satinato, lucidato, cromato, alla foglia d’oro con il bolo sotto, al colorato in più strati e scartato per darli fiammature. Io ho imparato l’arte di questo mestiere da quando ho iniziato a lavorare a 15 anni. Nella lavorazione della bronzatura siamo rimasti in pochi a seguire il vecchio metodo a me tramandato da mio padre di usare il fegato di solfo fatto da noi in bottega usando una soluzione di solfuro di potassio immergendo l’oggetto di ottone a bagno. Oltre a molte finiture dei metalli nelle chiese toscane ho rifinito le opere di scultori come Jorio Vivarelli, Fernando Botero, Adriano Veldorale e ho realizzato i mobili unici e a catalogo per ditte come Mantellassi e Estro oltre a molte finiture in acciaio inox per yacht.”
– Patrizio –
“La maestranza del verniciatore di legno sta nel riconoscere in ogni specifica lastra di legno la tonalità che assumerà verniciandola. Ogni piallaccio è diverso; e solo adattando la miscelatura di velature riusciamo a far brillare quello specifico colore nel legno.”
– Sani –
“Il nostro mestiere di creare cappelli in paglia ci è stato tramandato per tre generazioni. Una volta i cappelli venivano creati per la famiglia reale inglese. Il cappello “alla Fiorentina” in particolare era famoso in tutto il mondo. Era un capello di paglia semplice con una fascia stretta di velluto e arricchito con meravigliose creazioni di fiori colorati in paglia.”
– Annalisa –
“La lavorazione del bamboo ha radici molto antiche, ma è soprattutto in Giappone durante il periodo Meiji (1868-1912) che si sviluppa e si diffonde una produzione artigianale decisamente innovativa e particolarmente raffinata. La nascita del “Giapponismo” in Europa nella seconda metà dell’800 e le Esposizioni Universali dei primi decenni del ‘900, in cui il Giappone espone anche selezionati oggetti in bambù, crea un grande apprezzamento e fa nascere un collezionismo anche nel mondo Occidentale. I nostri padri iniziarono con la lavorazione del bamboo per i manici delle borse di Gucci nei anni ’70. Oggi, in seconda generazione, abbiniamo la lavorazione di metalli con macchine numeriche alla lavorazione a mano di ogni singolo pezzo di bamboo che viene minuziosamente scelto per la lavorazione.”
– Marco –
“La passione, l’accuratezza, talvolta anche grandi sacrifici e con il tempo la maestranza che ho messo nel mio mestiere mi hanno permesso di avere sempre il contatto diretto con il cliente, regalandomi così la soddisfazione di poter lavorare nella mia bottega di pelletteria con massima indipendenza.”
– Giordana –
“La tradizione del cotto di Impruneta risale al Medioevo. Accanto alla nostra fornace si trova la cava dell’argilla. Dalla estrazione alla seccatura alla lavorazione dell’argilla alla cottura, tutti i passaggi vengono effettuati qui da noi.”
– Andrea –
“La maiolica di Montelupo nel periodo fino al 1400 era una maiolica arcaica e dei boccali decorati verde e bruno dalla bellezza semplice rustica, quando la crescita impetuosa di Firenze e della propria potenza mercantile, favorirono l’affinamento dei gusti, l’ingigantirsi delle commesse, il perfezionamento delle tecnologie. Comparvero allora i primi generi di lusso, come la zaffera a rilievo; si recuperano le tradizioni arabe, imitando e reinterpretando le prestigiose produzioni smaltate di provenienti dalla costa spagnola; si seguirono i colori e decori dei nuovi dettami rinascimentali, fino alle serie che rappresentano l’età d’oro di Montelupo: i fiori gotici, l’occhio della penna di pavone, la palmetta persiana. Oggi oltre a riprodurre le vecchie forme e disegni abbiamo una piccola produzione di Vasi di forme nuove con colori e superfici sempre più speciali.”
– Enrico –
“Il momento creativo più bello per me arriva quando, confrontandomi con i maestri artigiani, dalla loro esperienza di lavorazione del materiale trasmessa e i racconti delle tradizioni di lavorazione locale, riesco a trasformare l’idea progettuale in un progetto unico e di valore culturale.”
– Lotte –
GALLERIA
“Regionalismo critico”
“L’opera d’arte è particolare, locale e individuale e, insieme, è una testimonianza universale.”
– Ernesto Nathan Rogers –
“Il fenomeno dell’universalizzazione, pur essendo un progresso dell’umanità, costituisce allo stesso tempo una sorta di sottile distruzione, non solo delle culture tradizionali, che potrebbe non essere un errore irreparabile, ma anche di ciò che chiamerò per ora il nucleo creativo di grandi culture, quel nucleo etico e mitico dell’umanità. Il conflitto nasce da lì.”
– Paul Ricoeur –
“Il Genius Loci, come tutte le divinità degne di venerazione, ha la sostanza del nostro cuore e della nostra mente; è una realtà spirituale. E quanto all’incarnazione visibile, è il luogo stesso o il paese; e le fattezze e il linguaggio che gli sono propri sono la configurazione del terreno, la pendenza delle vie, il suono delle campane o delle chiuse d’acqua.”
– Vernon Lee –
“Ogni cosa dipende tanto dal come esattamente è stata realizzata quanto da una aperta manifestazione della sua forma.”
– Kenneth Frampton –
“L’artigiano è la figura rappresentativa di una specifica condizione umana: quella del mettere un impegno personale nelle cose che si fanno.”
– Richard Sennett –
“Anche nella riproduzione più perfetta, una cosa manca: il qui e ora dell’opera d’arte – la sua esistenza unica in uno specifico luogo. È questa esistenza unica – e nient’altro – che porta il segno della storia a cui l’opera è stata soggetta … Il qui e ora dell’originale sono alla base del concetto della sua autenticità.”
– Walter Benjamin –
“Quanto più piccola è la cerchia che forma il nostro ambiente, e limitate sono le relazioni che ne oltrepassano i confini, tanto più ansiosamente questa cerchia sorveglia le prestazioni, la condotta e le convinzioni dell’individuo affinché nulla di troppo peculiare — quantitativamente e qualitativamente — faccia saltare il quadro d’insieme.”
– Georg Simmel –
“Penso che le persone che vivono in quelli che in precedenza pensavamo fossero luoghi remoti, ora hanno accesso a un discorso globale e piuttosto sofisticato, che consente, in quel particolare luogo, di creare opere specifiche per quel luogo ma informate da un’immagine del mondo più ampia.”
– Kenneth Frampton –
“La vita ha bisogno della forma e, in quanto forma, non ha bisogno più della forma. Alla vita è intrinseca questa contraddizione, di poter venir fuori soltanto in forme e tuttavia di non poter restare entro tali forme, ma di poter oltrepassare e rompere ogni forma che ha prodotta.”
– Georg Simmel –